Una novità che ha avuto successo in tutto il mondo è stata quella della ditta italiana che ha brevettato i contenitori riempibili con acqua che garantiscono il minor danno alle auto e ai passeggeri nel caso di impatto.
Ma senza sminuire l’intraprendenza e il contributo in termini di sicurezza dati dalla ditta: sono bidoni pieni di acqua.
Dov’è la tecnica e la tecnologia applicata alle strade, soprattutto per garantire la sicurezza?
Si stima che circa il 30 % degli incidenti stradali mortali avvengono nell’ambito lavorativo o durante il percorso casa-lavoro-casa.
E questa condizione contribuisce ancora di più ad aggravare l’estrema e inaccettabile condizione di chi perde un proprio caro con l’aggiunta di problemi economici per la famiglia che possono soltanto portare altra disperazione con un ulteriore peso rilevante, anche se ha altre origini.
La responsabilità di ogni incidente è collegata alla propria dinamica e non è imputabile genericamente al conducente.
E’ vero che ogni incidente può essere ricondotto ad un comportamento o a manovre di guida non adeguate e comunque è possibile individuare quelle operazioni che avrebbero potuto impedire conseguenze disastrose. Chiaramente è facile elencarle a posteriori, magari a tavolino con un foglio di carta.
Dove emerge l’incoscienza di chi ha rubato la vita agli altri conducendo il proprio mezzo a velocità inammissibili, o a manovre assurde, allora non si deve parlare di incidente stradale, ma di omicidio premeditato.
Da rilevazioni fatte da componenti di associazioni familiari e vittime della strada e da uno studio sulla sicurezza stradale condotto da esperti della Provincia di Modena, emerge che nella provincia con condizioni di sicurezza stradale meno soddisfacenti il rischio di morte o ferimento per incidenti stradali risulta circa 14 volte maggiore che nella provincia con i livelli di sicurezza delle strade più alti.