Lonate Ceppino – L’Associazione familiari Vittime della strada chiede al Prefetto di Varese di attivare nuovamente l’organismo istituito dal suo predecessore
La sicurezza stradale è affidata a troppi enti, che spesso non si confrontano tra di loro. Ne è convinto il presidente dell’Associazione Familiari vittime della strada “Per una strada che non c’è”, Ernesto Restelli, che dopo la drammatica impennata di morti sulle strade delle ultime settimane, ha scritto una lettera al Prefetto di Varese Roberto Aragno, chiedendogli di riattivare il Tavolo unico per la sicurezza stradale che aveva istituito il suo predecessore Alfonso Pironti.
“In provincia di Varese, nell’ultimo mese le strade hanno visto il perpetrarsi di continue tragedie, soprattutto fra i conducenti di motocicli e ciclomotori – scrive Ernesto Restelli – E’ ormai evidente che per invertire uno stato di cose che si sta drammaticamente allontanando dai migliori risultati europei, servono misure da adottare che, per essere veramente efficaci, dovrebbero avere il coraggio di sfidare anche l’impopolarità”.
Il presidente dell’associazione snocciola dati preoccupanti: “Nei dati rilevati dall’Unione Europea nel 2003 l’Italia è al primo posto con 1263 vittime fra conducenti e trasportati morti su veicoli a motore a 2 ruote. Segue la Francia e in coda i paesi del nord: Finlandia, Danimarca, Svezia. L’ultimo a lasciare la vita sull’asfalto è stato Mosè, 26 anni. E prima: Walter di 38 anni, Cosimo di 53 anni, una ragazza di 15 anni a Saronno, Andrea di 24 anni, Alessandro di 35 anni, Massimiliano di 33 anni, Augusto di 33 anni, Antonio di 31 anni. Solo tra sabato 6 maggio e domenica 7 maggio ci sono stati 13 feriti. E ancora Paolo di 28 anni, Elisa di 30 anni ed Eros di 31 anni. Questi giovani sono deceduti all’istante sulla strada, ma mancano quelli che sono stati ricoverati in gravi condizioni all’ospedale”.
Tra i tanti problemi evidenziati dall’associazione che raggruppa mamme, papà e fratelli di chi ha perso la vita in un incidente stradale, la mancanza di coordinamento tra i diversi soggetti coinvolti: “La sicurezza stradale oggi è affidata a troppi enti – prosegue Restelli – Troppi enti, almeno quindici, che si sovrappongono, si impegnano secondo leggi diverse e specifiche, enti spesso autoreferenti, alcuni centralizzati a livello nazionale, altri invece con competenze limitate sul territorio, scarsamente orientati al lavoro integrato, alla sinergia, allo scambio di informazioni. Troppi enti, e per di più di natura tecnica”.
Proprio per questo con il precedente Prefetto si era pensato ad un momento di confronto e coordinamento: “Il tavolo unico per la sicurezza stradale era stato istituito anche per avere un vertice responsabile della raccolta tempestiva delle informazioni, dell’analisi dei problemi e delle cause, dell’uso delle risorse umane e finanziarie a disposizione e, soprattutto, degli obiettivi da perseguire. Corpi di polizia stradale e municipale con un organico insufficiente rispetto ai bisogni e a volte senza le necessarie disponibilità economiche, non possono intervenire adeguatamente. Queste sono delle contraddizioni da rimuovere e da superare, in termini di efficienza e di efficacia, da parte delle diverse funzioni a questo scopo impegnate”.
“Come Associazione Familiari delle Vittime della strada, chiediamo che si attivi nuovamente il “Tavolo Unico” – conclude Ernesto Restelli – al quale poter partecipare, in modo da socializzare l’esperienza di lavoro maturata da chi ha pagato in prima persona, insieme ad istituzioni, organi di polizia ed organizzazioni sociali interessate, che, attraverso il confronto e l’unione delle forze, pianifichi ed effettui tutti i possibili interventi capaci di ridurre con tempestività le condizioni di rischio presenti sul territorio, come indicato nella CartaEuropea per la Sicurezza”.
VareseNews
Giovedi 8 Giugno 2006
Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it
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